giovedì 27 settembre 2007

L'ultimo saluto

Sono passati tre giorni ed è arrivato il momento del funerale...
stamattina alle 10 c'è stata la messa d'addio....
è stata molto bella..la chiesa era pienissima..e due persone che non so chi fossero
hanno letto due lettere davvero belle..
mi hanno colpito molto...
noi amici c'eravamo tutti..a parte chi purtroppo non è potuto venire a causa di improrogabili impegni

è strano vedere come quando qualcuno muore anche il tempo sembra essere più triste..
oggi ad esempio diluviava...durante la messa non so..
ma sia quando la bara è entrata in chiesa sia quando siamo usciti tutti insieme ad accompagnarla
fino al cimitero..beh..si può dire che il cielo piangeva...e fidatevi piangeva davvero tanto...

nel fare il tragitto dalla chiesa al cimitero sono riuscito a bagnarmi i pantaloni fino al ginocchio e non sto esagerando..
addirittura, nonostante avessi l'ombrello mi pioveva in testa..in realtà mi ero anche portato dietro l'ombrellino della mutua tutto rotto, quindi un po' è stato colpa di quello...
comunque la cosa sconvolgente è che appena arrivati al cimitero..ma veramente appena vi abbiamo messo piede con la bara..
il cielo ha smesso di piovere...incredibile...

questo tacere del tempo atmosferico sembrava come se pure il cielo volesse rendere onore ad un uomo che lascia il mondo in giovane età..
prima c'era tutto il trambusto ed il rumore della pioggia quasi copriva le parole del prete che recitava le preghiere..
e poi invece, nel momento più solenne, il cielo si è fermato e ha taciuto mentre la bara veniva posizionata...

intanto Sara fissava per l'ultima volta suo padre mentre entrava nel loculo..
e poi sono state lacrime e la fila di gente che andava a fare le condoglianze..
penso non scorderò mail gli occhi di Sara mentre ci guardava ringraziandoci ad uno ad uno per esserle stati vicini e per averle dimostrato il nostro affetto...

sono cose che ti toccano...
Chiudo con questa poesia stupenda di Walt Whitman sul significato dellla vita..ve la metto in lingua originale e tradotta..questa poesia mi è stata spesso di conforto in alcuni momenti...spero vi piaccia...

O Me! o Life!

O me! O life!... of the questions of these recurring;
Of the endless trains of the faithless--of cities fill'd with the foolish;
Of myself forever reproaching myself, (for who more foolish than I, and who more faithless?)
Of eyes that vainly crave the light--of the objects mean--of the struggle ever renew'd;
Of the poor results of all--of the plodding and sordid crowds I see around me;
Of the empty and useless years of the rest--with the rest me intertwined;
The question, O me! so sad, recurring--What good amid these, O me, O life?

Answer.

That you are here--that life exists, and identity;
That the powerful play goes on, and you will contribute a verse.



Ahimè! Ah Vita!

Ahimè! Ah vita! Di queste domande che ricorrono,

degli infiniti cortei senza fede, di città piene di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi, della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida

camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi,
a domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre: che cosa
c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

Risposta:

che tu sei qui, che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.


lunedì 24 settembre 2007

Epigrafe

Ciao ragazzi,
stamattina come tutte le mattine vado al lavoro e dopo poco che ero lì ricevo un messaggio da un mio amico che mi avvisa di un avvenimento davvero triste...
il papà di una mia amica oggi ci ha lasciato...
un'altra vita è stata recisa dal male del secolo...
di solito ho milioni di parole per tutto..
c'è chi dice che non faccio mai silenzio...sì...di solito so sempre cosa dire...
ma oggi no...
tutto quello che potrei dire mi sembrerebbe banale...
cosa posso dire? che è la vita? che succede? cosa posso dire?
oggi ho perso le parole..non le trovo proprio...
giusto l'altro giorno pensavo a quella ragazza che era in fin di vita in seguito ad un incidente...
e la sera ho scritto una poesiola...solo due parole che ora vorrei dedicare alla mia amica..il senso della poesia non lo so...non so nulla oggi...
pensateci voi...

Una donna piange
la morte della figlia.
Nel silenzio
il vagito di un bambino.

siccome di sicuro non sono stato bravo uso anche le parole di qualcun'altro come "lettera" di commiato...è una canzone di Luciano Ligabue dedicata al cugino morto in giovane età...
vi lascio così...col testo della canzone ed il link al video...

Lettera a G

Se ti scrivo solo adesso un motivo ci sarà
non è mica san Lorenzo
non ci sono stelle matte
su 'sta piccola città
non ci sono desideri da non dire come tempo fa
il destino ha la sua puntualità
hai lottato come un uomo con la brutta compagnia
che non eri mica stanco
che nessuno mai è pronto quando c'è da andare via
hai pregato bestemmiando per la rabbia per tutta l'agonia
per le scelte che stava facendo Dio
non ci sono più i petardi
e nemmeno il diario Vitt
le bambine occhiate in chiesa sono tutte quante spose

sono tutte via da qui
non si affaccia più tua madre alla finestra a urlare "tòt a cà"
non c'è neanche più la tua curiosità
dove sono le ragazze che sceglievano fra noi
e dov'è la nave scuola che hai confuso con l'amore
e forse lo era più che mai
non c'è più la pallavolo e i tuoi attrezzi non c'è più l'hi-fi
non ci sono più tutti quanti i tuoi guai
quando hai solo diciott'anni quante cose che non sai

quando hai solo diciott'anni forse invece sai già tutto
non dovresti crescer mai
se ti scrivo solo adesso è che sono io così
è che arrivo spesso tardi
quando sono già ricordi che hanno preso casa qui
non è vero ciò che ho detto: qua c'è tutto a dire che ci sei
fai buon viaggio e poi, poi riposa se puoi.


lunedì 17 settembre 2007

Preghiera di un clown

Rieccomi,
inizio sempre così quindi vi starete annoiando...magari la prossima volta inizio il post con qualcosa di più originale, che ne so...ad esempio inizio dicendo kalaralash...non ho idea di cosa voglia dire ma almeno è originale non credete?
vabbè comunque ormai ho cominciato senza originalità quindi andiamo pure avanti..
innanzitutto vi ringrazio tutti per i milioni di accessi che sto raggiungendo grazie alle vostre visite..
credo di essere uno dei blog più letti d'Italia...
ovviamente ero ironico...tranquilli so che se non ho accessi è perchè non molti sanno di questo blog..
in effetti il sentimento di imbarazzo che sento nel dire a delle persone che ho un blog in cui metto delle mie poesie non aiuta nell'ottica di avere diversi accessi e diversi lettori...

a parte tutto questo...
oggi scrivo senza una motivazione particolare..scrivo per riempire le pagine di questo "diario"...
in realtà quello che mi spinge a scrivere è il desiderio di farvi vedere un video che mi piace davvero molto..
è tratto da un film il cui interprete è Totò ed il regista credo sia Pasolini ma di questo non sono del tutto sicuro...
il video che fra qualche riga vi linkerò è il monolgo di Totò..io lo ritengo un pezzo di una poesia ed una dolcezza veramente grande...
per farla breve...in questo film Totò interpreta un clown ed il monologo che fra poco vi farò vedere e sentire nasce subito dopo lo spettacolo...il clown si regala, e ci regala, un momento di riflessione sull'esistenza...questo clown ha sul volto dipinto un sorriso enorme ma i suoi occhi e la sua voce sanno di tutto tranne che di felicità...
il messaggio che questo monologo vuole mandare è semplice...certe volte, spesso, giudichiamo le persone sulla base di quello che queste persone fanno trasparire...una persona è felice se ci fa ridere, è sicura di sè se ci dà un senso di sicurezza...vi è mai capitato di farci caso?spesso valutiamo una persona sulla base di quello che genera in noi...raramente ci soffermiamo a pensare se quello che noi pensiamo di qualcuno corrisponda veramente a ciò che quell'individuo si porta dentro...
non so se sono riuscito a spiegarmi...ed è per questo che preferisco farvi vedere il video che riesce a spiegare il tutto meglio di me...voglio dire...caspita chi pensa che un clown può essere triste..il clown è felice..il clown fa ridere...il clown ci fa ridere...
ma dentro di sè...cosa sente quel clown?è davvero felice?quella che ci mostra è la sua vera faccia o è la maschera che il destino, o la società, gli ha affibbiato?
quindi quel nostro amico che sembra sempre così spensierato perchè non smette mai di fare battute potrebbe avere qualcosa dentro che lo fa soffrire..ma noi non ce ne accorgiamo?
vabbè...spero di avervi stuzzicato quindi ora vi lascio vedere lo spezzone del film

Preghiera di un clown

Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo.

Tu che proteggi uomini, animali e baracconi, tu che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni, tu che ogni sera presti agli acrobati le ali degli angeli, fa' che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane ed applausi.

Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni, se qualche disgrazia dovesse accaderci, fa che avvenga dopo lo spettacolo e, in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini.

Tu che permetti ai nani e ai giganti di essere ugualmente felici, tu che sei la vera, l'unica rete dei nostri pericolosi esercizi, fa' che in nessun momento della nostra vita venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore.

Guardaci dalle unghie delle nostre donne, ché da quelle delle tigri ci guardiamo noi, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici.

Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un pò perchè essi non sanno, un pò per amor Tuo, e un pò perchè hanno pagato il biglietto.

Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.

C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.

Toccante vero?
Spero di avervi lasciato anche questa volta qualcosa...spero che una volta chiusa questa pagina e spento il pc almeno qualche volta da ora in poi vi torni in mente questo monologo e vi ricordiate di me...

giovedì 13 settembre 2007

Quanto siamo fortunati

Ciao a tutti,
rieccomi qui ad intrattenermi con voi, a condividere con voi quello che mi passa per la testa, le mie esperienze giornaliere...

oggi è successo qualcosa che mi ha dato l'occasione di riflettere su quanto valgano i vari problemi che ci sembrano invalicabili...

come ogni mattina arrivo in ufficio verso le 8.15 accendo il computer ed inizio a gettarmi nel lavoro...
la mattinata scorre in maniera abbastanza pesante..il lavoro non era tanto ma quello che stavo facendo era abbastanza "alienante" nel senso che si trattava di un lavoro molto meccanico e che quindi dopo un po' rischia di annoiare...
verso l'una e mezza è finalmente ora della pausa pranzo..non ce a faccio più..devo assolutamente staccare...finalmente...
vado a pranzo con i colleghi, ci si fa quattro risate come sempre, dopo pranzo giretto nel parco della clinica per ritardare ancora di qualche minuto il momento di ricominciare a lavorare...

e così si ricomincia...alle cinque ho una riunione quindi devo preparare un po' di cose, lo faccio e passo ad altro...ah sì c'è da finire quello, me n'ero quasi dimenticato..ma dove ho messo quel post-it? non mi ricordo chi dovevo chiamare...stop...
stacchiamo lo sguardo dal pc che è meglio...

vado alla macchinetta a prendere l'acqua e quando torno le mie due colleghe stanno parlando di qualcosa che le preoccupa...chiedo se c'è qualcosa che non va e sento questa storia...

ieri sera alla fine dell'orario di lavoro una ragazza di 21 che lavora da poco lì in clinica prende la bici per tornare a casa...saluta tutti e va verso casa..
arrivati ad un semaforo che incrocia la tangenziale succede qualcosa di devastante...viene centrata da un'auto e scaraventata dalla bici e col corpo finisce contro il parabrezza dell'auto...
alla guida non so chi ci fosse..so solo che si è fermato per aiutarla...la sua macchina distrutta..la bici dicono sia finita incastrata contro il guard rail..un disastro...
chi l'ha vista dice che era tutta insanguinata ma almeno al momento si muoveva...
fatto sta che ora quella ragazza, dopo essere stata in terapia intensiva, è in coma e dicono sia davvero grave...

finito il racconto mi sono fermato e sono stato colto da un senso di scorramento...21 anni...se solo penso a quanti progetti e quanti sogni ha in mente quella ragazza (e non voglio fare la solita retorica)....21 anni sono un'età in cui tutto ti sembra stupendo...la vita te la vedi tutta davanti e ti immagini di diventare chissà chi e di andare chissà dove...a 21 si deve ridere, scherzare, piangere per chi non ti ama, a 21 anni si deve uscire co gli amici, si deve ubriacarsi per stare male tutta notte e capire che forse è meglio non farlo più ma che comunque è stato divertente..
a 21 anni si devono avere delusioni e gioie enormi, si deve poter credere che non ci sia nulla di brutto..che siamo tutti amici e poi soffrire quando si viene traditi, chiudersi in camera e piangere...chiamare l'amica e sfogarsi...

a 21 anni non si può morire...

tutto questo mi ha fatto pensare..sono proprio una schifezza quando sto qui a lamentarmi dell'orario in cui finisco di lavorare...o della monotonia di alcune giornate, oppure quando torno a casa da alcune serate deluso da cosa non si sa...e quando penso che c'è stato un periodo della mia vita in cui ho alzato gli occhi al cielo pregando di fare cessare la mia esistenza...

a volte sembriamo dimenticarci di quanto sia importante il dono che ci è stato dato...perchè di un dono si tratta...ogni mattina dovremmo ringraziare Dio, comunque noi lo intendiamo, per averci fatto svegliare un'altra volta...

non so come si chiami questa ragazza, ma pregherò per lei...perchè una vita non sia ingiustamente recisa da questo mondo che ha tanto da offrirle...

voglio chiudere questo post con una frase che forse può sembrare c'entri poco con tutto quanto detto finora ma in realtà non è così...è una sorta di preghiera che si usa recitare tra i "membri" dell'anonima alcolisti...secondo me fa riflettere...il Dio a cui ci si riferisce non è necessariamente quello Cristiano ma, come dicono loro, è Dio come ognuno lo intende...eccola..

Dio, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio per cambiare quelle che posso
e la saggezza per comprenderne la differenza.

martedì 11 settembre 2007

Haiku

E' tutto il giorno che o in mente gli Haiku...tranquilli non è una strana posizione del kamastutra nè un'imprecazione in chissà che lingua...
per chi non lo sapesse gli haiku sono dei componimenti poetici di sole poche sillabe (dovrei anche sapere quante dato che si tratta di un numero fisso ma davvero non me lo ricordo)
questo genere di poesie nasce con un idea di fondo: il poeta non deve descrivere al lettore le emozioni che prova con un numero infinito di parole ma deve essere in grado di creare in lui con poche semplici parole la scintilla...tutto il resto sta al lettore...
è lui che dopo avere letto quei tre versi deve pensare e riflettere...l'haiku è una goccia che cade nel mare delle nostre anime..quella goccia poi fa nascere tutta una serie di vibrazioni che poi si perdono...ma la goccia non è andata perduta...è solo entrata a fare parte del mare...

a me questo genere di componimenti piace davvero molto...e dunque ne voglio condividere alcuni con voi (anche se in realtà mi sa che non godo di molte visite qui eh..ma confido nel fatto che prima o poi si spargerà la voce e qualcuno in più mi leggerà)
tornando a noi...ecco alcuni haiku

Nel vecchio stagno

una rana si tuffa
.

Il rumore dell'acqua.

Davvero molto bello....ora questo...

C'ero soltanto.

C'ero. Intorno

mi cadeva la neve.


Molto carino no? rende l'dea...immaginatevi di essere lì da soli...con problemi su problemi nella testa..ed ecco che ad un certo punto un fiocco di neve vi si posa sulla mano ed inizia la nevicata tutto attorno a voi...e così ci si sente parte del tutto...ecco questa è la sensazione che crea in me questo haiku...ma la cosa bella è che in ognuno di noi può suscitare qualcosa di diverso...bello no?
E' capitato anche a me di scrivere qualcosa del genere...non un haiku di sicuro..non ne sono all'altezza..e poi non rispetto molto il numero fisso di sillabe di questo tipo di componimento..
ma ho scritto comunque qualcosa di..diciamo...ermetico...vi voglio fare leggere queste due poesie che ho scritto...sentitevi liberi di commentare eh...

la prima poesia nasce da questo...una sera stavo tornando a casa ed avevo in macchina con me la mia chitarra..per le strade non c'era nessuno..all'improvviso mi è venuta voglia di fermarmi per la strada e suonare da solo all'aria aperta...e subito dopo una strana sensazione mi ha stretto il cuore...non mi sono fermato..ma tornato a casa ho scritto questo...

Nella notte
di un'unica stella
il vento accarezza le corde di una chitarra.
Fa così freddo.


L'altra invece nasce in quest'altro modo..una sera tornando a casa scendo dalla macchina per aprile il cancello che mi fa entrare nel garage...appena scendo dalla macchina alzo lo sguardo al cielo e vedo il cielo nerissimo...e in tutto quel nero noto una sola stella..tutta sola...in que momento..non so perchè..ho sentito nel cuore un'estrema voglia di vivere...

Dentro te il buio dell'anima
alzi lo sguardo e nel nero
c'è una stella
che da sola uccide la notte.
E' così che
muore un uomo
e nasce un sogno.

Ok..per oggi può bastare così...spero che mi leggiate in molti...
ciao a tutti,
Marco.

lunedì 10 settembre 2007

il momento della prima poesia

eccoci...oggi è un giorno strano..mi sono svegliato proprio senza voglia di fare nulla..sì lo so è lunedì e credo sia normale...ma oggi in maniera particolare mi sono sentito per tutta la giornata un groppo alla gola..
avete presente no? quella sensazione strana che si prova quando hai qualcosa che ti attanaglia ma non sai identificarla..un senso di insoddisfazione diffuso che ti cambia la giornata e le fa prendere un verso tutto strano...
ed allora eccolo arrivato..è il momento di farvi leggere la mia prima poesia..quella che secondo me più rappresenta come mi sentivo ai tempi delle superiori...non voglio darvi consigli su come leggerla dato che penso che se una poesia è riuscita sa comunicare tutte le emozioni che provava chi l'ha scritta nel momento in cui l'ha messa nero su bianco...solo mi sento di chiedervi di immedesimarvi e di pensare se anche voi ogni tanto avete provato le stesse cose...non adesso magari ma in un qualsiasi momento della vostra vita...
ora accanto a me c'è il quadernino dove l'ho scritta..lo guardo e la poesia mi parla..mi evoca tutti i momenti poco felici che me l'hanno fatta scrivere...ecco perchè mi piace scrivere...
per rievocarmi delle sensazioni che ho vissuto...vabbè dai adesso basta annoiarvi ancora...ecco la mia poesia che come tutte le altre non ha un titolo...le emozioni non hanno nome...

Vivo,
alla continua mercè del mondo,
un'esistenza povera
nell'incessante ricerca
del perchè voglio
ciò che so di volere,
dilaniato
dall'eterno cammino
tra noia e dolore.
Solo,
tra milioni di persone,
che dicono di me
quel che mostra la mia maschera
di ferro.
Cammino in campi desolati
tagliando la nebbia
col respiro,
diretto verso il baratro oscuro
che è la fine...
cosciente del sollievo che dà
la caduta finale.
La nera signora
spezza la fune
che mi lega a questo mondo,
mi mostra il sunto
della mia vita ignava e colposa
trascorsa nel dubbio
tra volere ciò che ho
ed avere ciò che voglio.

sabato 8 settembre 2007

il sabato è un gran giorno per iniziare

il sabato è un giorno meraviglioso..
dopo una settimana di lavoro è bellissimo togliere la sveglia ed alzarsi solo quando la schiena fa male per il troppo stare sdraiati...

in più oggi mi sveglio con questo stimolo ulteriore...

è il mio primo giorno da blogger...

è proprio bello, so che vi sto annoiando con questa storia della contentezza..
ma il mio obiettivo è proprio quello di farvi capire quanto significhi per me l'avere preso questa decisione..
dai...cogliamo l'occasione di questo post mattiniero per fare un po' di...come si dice...outing..

diciamocelo chiaro...non sono mai stato un adone nè uno di quei maschioni sicuri di sè che non hanno paura di nulla e di nessuno..
sono stato per diversi anni, diciamo pure fino al primo anno di università, un ragazzo molto timido ed introverso..come molti direte...beh sì, di sicuro ce ne sono stati molti come me, ma io sento di avere davvero sofferto..
ci sono stati giorni della mia vita in cui avrei voluto farla davvero finita...non ce la facevo più..sentivo di essere il fondo della società..
capivo di essere sopraffatto da chiunque e chiunque sapeva che poteva sopraffarmi...

così molte volte mi sono chiuso in camera fingendo di studiare perchè l'ultima cosa che avrei voluto era di fare capire ai miei familiari quanto male stessi..
dicevo, mi chiudevo in camera e scrivevo lettere d'addio al mondo..come se davvero fossi ad un passo da fare quel gesto contro la vita...
sono state lettere molto dure che ancora oggi solo a pensarci mi danno da riflettere ed i brividi alle volte...

tutto questo è durato fino all'età di 19 anni quando ho iniziato l'università..
beh è successo che iscrivendomi all'università sono rimasto completamente da solo perchè quei tre amici che ho erano iscritti ad altre facoltà e dunque non avrei potuto contare neanche su di loro stavolta per farmi forza...

questa secondo me è stata una di quelle cose che il destino ti manda per salvarti la vita..può sembrare stupido ma da quel momento sono diventato tutta un'altra persona ..e chi mi ha seguito negli anni in tutti i miei trascorsi non può che essere d'accordo..

lì ho dovuto cavarmela da solo...completamente da solo...ma non sto parlando di nulla che riguardi lo studio, quello non c'entra nulla, sto parlando invece di approccio con le persone, di conoscenza di sè e di autostima...

se non volevo rimanere solo avrei dovuto conoscere le persone per conto mio..farmi avanti...perchè chi sarebbe venuto da me dai..non prendiamoci in giro

rimanere soli alle volte aiuta...sì perchè ti obbliga a guardarti dentro...a capire che le certezze che prima trovavi in qualcuno che ti affiancava ora le devi trovare in te...

ora concludo dai..perchè sennò chi legge starà pensando:"bene...è il primo post effettivo e scrive sedici pagine, mi tiene qui un quarto d'ora...se ogni volta mi tocca leggermi tutta sta roba...."

quindi...siccome non voglio perdere nessuno dei miei lettori..sempre che ce ne sia qualcuno..
chiudo qui per oggi..semplicemente dicendo che nel periodo universitario ho avuto la possibilità di riflettere "a mente fredda" su tutto quello che avevo provato negli anni e tutte quelle lettere di "abbandono del mondo" ho cercato di tradurle in poesie, due in particolare, cercando di metterci dentro la rabbia che sentivo quando scrivevo le lettere..

questo blog sarà la valvola di sfogo..solo due persone sanno di quelle poesie ma ora è il momento di condividerle...tutto questo nelle prossime puntate ^_^

buona giornata,
Marco.

si comincia....

Ed eccomi qui...
finalmente mi sono deciso...prendo il coraggio a quattro mani e faccio il grande passo..
anche io adesso sono un Blogger!!!!

innanzitutto mi presento...per chi stesse leggendo queste righe senza conoscermi

mi chiamo Marco ed ho 25 anni (diciamo pure che sono nato l'11 marzo 1982 così quando tra milioni di anni mi si leggerà si saprà fare il conto di quanti anni ho)

sono laureato in ingegneria ed attualmente sono in fase di fine stage in una clinica privata di cui non faccio il nome....

è il momento di chiedersi perchè aprire un blog..

beh..fin da piccolo ho sempre voluto tenere un diario...
l'idea di donare alla carta bianca ogni mio pensiero, ogni mio timore ed ogni mia emozione ha sempre esercitato su di me un fascino particolare...

ed ecco quindi che nell'era dell'informatica mi viene offerta l'occasione di condividere con gli altri, con la rete i miei pensieri..

nasce dunque questo blog...

sarà un blog semplice semplice..senza intellettualismi....senza nulla a pretendere, come si dice...

semplicemente un "posto" dove racchiudere delle frasi, dei pensieri...
tutto insomma...

per me scrivere è come una catarsi...

da quando frequento le superiori infatti quando c'è qualcosa che mi assilla, quando qualcosa mi rende particolarmente felice...insomma..ogni volta che provo delle emozioni forti,
la mia mano parte e muove la penna su di un quadernino, su dei fogli volanti..insomma...su qualsiasi cosa purchè si tratti di scrivere...

bene..ora chiudo questo primo post e dò a tutti il mio augurio di Buona Vita
sperando che in questa avventura mi accompagniate numerosi...

Marco.